In un luogo come tanti, in un tempo non ben definito, la
piccola Marcelle correva verso una casa diroccata. “Ecco, anche tu sei da
buttar via insieme a tutti gli altri” disse la bimba e con un gesto deciso
gettò qualcosa in fondo al pozzo che si trovava nel cortile di quell’abitazione
abbandonata. Faceva così tutte le volte che le accadeva qualcosa di brutto. Marcelle
non voleva conservare neanche il ricordo di quei momenti tristi e perciò li
gettava, di volta in volta, in fondo al pozzo. Continuò così per anni; ogni
momento di solitudine, di tristezza, di abbandono finiva nel pozzo della casa
diroccata. Ma i ricordi non si cancellano, non scompaiono buttandoli in un
pozzo. Restano lì, in silenzio, nascosti agli occhi e al cuore. Ogni volta che
Marcelle tornava al pozzo per gettarvi dentro un nuovo ricordo, inevitabilmente
qualcuno di quelli vecchi si riaffacciava: il pozzo si stava riempiendo. E
quanto più il pozzo si riempiva tanto più Marcelle si svuotava dei ricordi
della sua vita. Un giorno la giovane donna si recò alla vecchia casa
abbandonata, ma si accorse di non avere più nulla da gettare nel pozzo: non
aveva più neanche un ricordo. In tutti quegli anni si era liberata dei ricordi
tristi convinta di poter in quel modo evitare il dolore, ma il dolore non si
cancella allontanandone il ricordo. Quel giorno Marcelle comprese. Per quanto
dolorosi, quei ricordi erano la sua vita e senza di essi troppe domande
sarebbero rimaste senza una risposta e troppi vuoti non avrebbero mai potuto
essere colmati. Ogni ricordo gettato nel pozzo, per quanto brutto o triste
fosse, portava con sé una parte della sua memoria e una vita senza ricordi è
una vita mai vissuta. Quel giorno Marcelle comprese. Si avvicinò al pozzo e
senza esitazione alcuna si lasciò precipitare in esso lasciandosi avvolgere dai
ricordi della sua vita.
- Rossomando-
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