Perché scrivo poesie?
Non saprei, non c’è una risposta, un motivo preciso.
Non scrivo per raccontare, ma semplicemente perché è un impulso irrefrenabile, qualcosa che viene da dentro, dalla parte più intima di me. Spesso è una sensazione, una riflessione, una parola o semplicemente una frase ascoltata per caso a far nascere una poesia. A volte basta una canzone, un ricordo, un odore, un pensiero che si alza in volo e tutto ha inizio, così, quasi per caso. Un amico una volta mi disse che “la Poesia si manifesta; non siamo noi a crearla”. Credo che la vita mi abbia fatto un dono: mi ha regalato le parole. Parole che si legano tra loro in maniera autonoma, senza che io faccia nulla di più che trascriverle su un foglio. Qualche volta ho provato a spiegare che i versi arrivano nella mia testa come dettati da una voce, quasi come una cantilena, una musica che viene da lontano e che si compone pian piano. Mi è stato risposto che “sentire le voci” è da pazzi e allora ho smesso di spiegarlo. Non amo definirmi “poetessa”, anzi, a dirla tutta, credo proprio di non esserlo. Sono un piccolo scrivano che ha la fortuna di sentire la voce delle emozioni, del mondo intorno a sé. In fondo la Poesia altro non è che un’emozione, un emozionarsi in silenzio, un emozionare chi legge e proprio per questo credo vada condivisa; qualsiasi emozione non condivisa perde la sua essenza più vera, non ha motivo di esistere. Se anche uno solo dei miei scritti riuscirà a donare un’emozione a chi legge, allora e soltanto allora il mio scrivere avrà avuto e avrà un motivo per esistere.
- Rossomando -
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